Minuscoli

Minuscoli

Lo ha anticipato il presidente Monti, lo ripetono come automi le teste parlanti dei salotti televisivi: la parola d’ordine è "crescita". Spaventa la contrazione del Pil, intimoriscono i dati sul consumo, terrorizzano quelli sulla disoccupazione: questo perché, ripetono i mille esperti riuniti al capezzale del Paese malato, non c’è "crescita". Soluzione: «Bisogna tornare a crescere». Facile a dirsi.

Il problema non è soltanto nostro. Da noi, diciamo, è più grave che altrove: d’altra parte abbiamo sempre avuto la tendenza a esagerare, basti pensare a quanti concerti di Bocelli sono andati in onda in questi giorni. Il fatto che il problema sia sentito anche all’estero ci consente di accedere a qualche opinione alternativa rispetto a quelle, sostanzialmente uniformi, ripetute dai nostri media. Ebbene, perfino negli Stati Uniti del Capitalismo, la parola "crescita" incomincia a venir guardata con sospetto. «Parlare di crescita illimitata è arrogante» scrivono economisti di prestigio. «Sostenere che la crescita è sempre e comunque positiva non risponde ad alcun fatto scientifico e neppure a dati empirici» affermano altri esperti. Gli ambientalisti, poi, chiudono il discorso: «La crescita uccide il pianeta».

Si potrà obiettare che svilire la crescita nel momento in cui è difficile ottenerla è un’operazione intellettualmente sospetta. Ma sospetto è anche aggrapparsi a una soluzione che, nei fatti, è quasi impossibile garantire. Strano: sforzarci ostinatamente di crescere potrebbe condannarci a rimanere, come esseri umani, tristemente minuscoli.

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