Mistero senza giallo

Mistero senza giallo

Non senza pompa, è stata annunciata l’uscita di un nuovo romanzo della giallista inglese P. D. James. L’autrice presenta "Death comes to Pemberley" come «un sequel con delitto» del capolavoro di Jane Austen "Orgoglio e pregiudizio".

Subito sono stati messi a paragone gli incipit. Quello, originale, della Austen («È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie») e quello, "austeggiante", della James: «Era opinione generalmente condivisa dalle donne residenti a Meryton che i signori Bennet di Longbourn avessero avuto fortuna nel disporre il matrimonio di quattro delle loro cinque figlie». Non so se sarete d’accordo: per me, l’incipit di P. D. James manca completamente della gentile ma spietata ironia con cui Jane Austen attaccava il conformismo della sua epoca. Più che altro, sembra promettere una rivelazione pettegola o qualche malevola diceria.

Molto meglio fece Barbara Pym nel suo "Donne eccellenti": «"Ah, voi signore! Sempre sul posto quando succede qualcosa!" La voce apparteneva al signor Mallett, uno dei nostri fabbricieri, e il suo tono smaliziato mi fece sentire in colpa, quasi non avessi il diritto di essere sorpresa fuori dalla porta di casa mia».

C’è tutto un altro tono e un’altra anticipazione in quel breve ritratto di donna in colpa ma già ribelle. È difficile spiegare perché sia così, ma la letteratura, anche dove non è un "giallo", resta pur sempre un mistero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA