Molto meno

Molto meno

Questa rubrica potrebbe raggiungere oggi un punto di svolta. Nel senso che il direttore, finalmente consapevole della futilità degli argomenti qui trattati, potrebbe decidersi a sopprimerla per far spazio ad appendici più utili ai lettori come uno spazio per i punti a scopa o un vuoto ove incanalare meditazioni Zen.
Conscio del rischio, desidero tuttavia procedere secondo programma informandovi, per prima cosa, che recentemente ho perfezionato l’acquisto di un paio di cuffie acustiche da passeggio. Si tratta di un accessorio indispensabile a ogni gentiluomo che desideri ascoltare della buona musica senza imporre al prossimo una pur sensazionale "playlist" composta dai concerti per pianoforte di Beethoven alternati ai successi dei Beastie Boys. Acquisto oculato, dunque, se non fosse che le cuffie mi sono state consegnate chiuse in una scatola di plastica trasparente virtualmente impossibile da aprire. Essa ha resistito all’assalto, nell’ordine, delle mie unghie, di una forbice, di un taglierino, di un cacciavite e di alcuni degli improperi più indecenti mai rifiutati dai dizionari.
Accaldato e depresso, ho allora riflettuto sull’enorme dispiego di studi dedicati alla lavorazione dei polimeri, al loro impiego nella fabbricazione di imballaggi, al design dei medesimi, all’installazione delle macchine che ne assicurano la produzione di massa, alla loro distribuzione nell’intero globo, fino al negozio vicino a casa mia, e ho concluso che, quantomeno, per farmi fare la figura dell’idiota di solito ci vuole molta meno fatica.

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