Montepremi a Montecitorio

Montepremi a Montecitorio

Si annuncia l'idea che le indennità incassate dai parlamentari possano subite un taglio, e già si sentono alti i lamenti degli onorevoli i quali, vinto il pudore, oppure del tutto ignorando che cosa esso sia, piangono e gemono, arrivando addirittura, nei loro esponenti più pittoreschi, a minacciare l'estremo gesto.

Di «istigazione al suicidio» ha parlato l'on. Alessandra Mussolini, aggiungendo: «È come se ci mandassero nudi per strada. Poi è ovvio che uno si ammala, prende l’influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi…» Quindi, cosa? L'onorevole non specifica ma, dall'atmosfera del quadro, non può che trattarsi di una morte penosa, ottocentesca.
Il fatto è che, gli onorevoli, c'è da capirli. Quando mai, infatti, hanno fatto sospettare, commendevoli eccezioni a parte, di essere entrati in politica per spirito di servizio? Quando mai hanno affermato - credibilmente - che la loro presenza in lista era dovuta a un slancio di generosità disinteressata?

Non abbiamo sempre avuto l'impressione che in molti, troppi casi, le candidature rispondessero piuttosto al desiderio di arrivare, il più in fretta possibile e senza fatica, a posizioni di potere, prestigio e agio finanziario? Perché mai, allora, gli onorevoli dovrebbero oggi lasciarsi spogliare alla maniera di quei martiri che non sono mai stati? Sarebbe come dire ai concorrenti del Grande Fratello che il montepremi finale, quest'anno, è ridotto a 25 euro: prenderebbero su mutande e tatuaggi per tornarsene immediatamente a casa.

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