Morsi a parte

Non so come giochino i ragazzini nelle strade di Montevideo, o in altri centri minori dell’Uruguay, ma dalle nostre parti, caro signor Suarez, le regole sono (erano) chiare: fare a botte si può (e in alcuni casi si deve) ma 1) niente dita negli occhi, 2) vietato tirare i capelli e soprattutto 3) vietatissimo mordere. Tutto il resto è ammesso, e non è poco. Certo, bisogna essere un po’ creativi anche nel malmenare l’avversario. Creatività e classe, direi, sono le chiavi di una riuscita baruffa. Mordere, gentile Luis, è per gli animali: in molti casi, i calciatori non possono aspirare a tale status.

A meno che, il sospetto è legittimo, l’attaccante sudamericano, nel vagare per i campi di calcio a dentatura spiegata, non voglia proporre una citazione letteraria, e precisamente il gotico “Dracula” dell’irlandese Bram Stoker (1847 - 1912). Un riferimento malposto, perché Chiellini, 186 centimetri di altezza per 76 chili di peso, non assomiglia neanche lontanamente a Lucy Westenra.

Qui urge spiegare che è Lucy Westenra, perché c’è il rischio che Suarez non lo sappia e si metta a mordere il giornale per colazione. Nel romanzo di Stoker, Lucy è una diciannovenne ereditiera molto ammirata per la sua purezza, vivacità e dolcezza di carattere. Qualità apprezzatissime da Dracula che, nella sua natura di vampiro, la morde e la rimorde, pompandole più sangue che da una stazione di rifornimento il sabato sera. Il trattamento finisce con l’inevitabile trasformazione: Lucy stessa diventa un vampiro.

Forse questo dobbiamo aspettarci: il povero Chiellini, oggi vittima e molto compianto, un giorno, magari in Coppa Italia, si metterà a barcollare in area di rigore e, sfoderati due canini affilati, a sua volta morderà un collega, magari un attaccante del neopromosso Palermo. Presto, il nostro calcio diventerà un teatro per pallidi esseri vaganti in cerca di sangue da succhiare. Se succederà, sarà comunque uno spettacolo migliore di Italia-Uruguay.

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