Natale da ascolto

Mettiamo da parte per un momento, se non vi dispiace, certe frivolezze come la legge elettorale, i governi futuri e futuribili, le alleanze dalle quali ripartire per affrontare le sfide del domani e dare un avvenire migliore ai nostri figli, e occupiamoci di una questione seria: esistono canzoni natalizie che non facciano schifo?

Con “canzoni natalizie” non intendo affatto la “musica natalizia” in genere. alla quale appartengono melodie notevolissime e comunque nobilitate dalla tradizione. Le “canzoni natalizie” sono quelle che, in queste settimane, sgocciolano dagli altoparlanti nei centri commerciali e nei grandi magazzini (ma non di rado le ritroviamo anche nei piccoli negozi) e, nel solco di una plastificata consuetudine americana, cantano delle avventure di Santa Claus tra campanelle varie e ding-a-ling-a-ling.

Trattasi di piccoli trapani insulsi che, trivellata la corteccia cerebrale, vi impiantano un ritornello il quale, se siamo fortunati, esaurirà la batteria verso Pasqua. Da qui, torniamo alla domanda in premessa: in questa paccottiglia musicale c’è qualcosa che val la pena salvare?

Per scoprirlo, non ci sono che due strade. La prima, consigliatissima, consiste nel chiederlo al prodigioso Alessio Brunialti. La seconda, nell’ accontentarsi della lettura di un articolo pubblicato online da “LA weekly”, una rivista culturale di Los Angeles, dal titolo “20 Christmas Songs That Don’t Suck” (“Venti canzoni di Natale che non fanno schifo”).

I brani che abbracciano il Natale senza spronfondare nella melassa e risparmiando istantanee lobotomie agli ascoltatori sono offerti da artisti e gruppi come Damned, Ramones, Dan Hicks, Pretenders, Prince, James Brown, David Bowie-Bing Crosby, Kate Bush e, sopra a tutti, i Pogues di “Fairytale of New York”. Allegri, insomma: quest’anno nessuno vi può imporre un Natale noioso anche nell’ascolto. Di questi tempi, non è poco.

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