Se, come molti, ve ne andate in giro con uno smartphone in tasca e una carta di credito nel portafoglio , un po’, solo un po’, dovreste vergognarvi: siete preistorici. È ben vero che disponete di due degli elementi tecnologici tra i più diffusi e utilizzati ma, presto, potreste essere superati e gettati nel gran mucchio delle cose obsolete e dimenticate.
La colpa di questo vostro precoce invecchiamento tecnologico è della American Express che, peraltro, anni fa, ebbe l’onore di essere la prima a distribuire nel mondo il denaro di plastica. Un primato che, ora, essa stessa mette in discussione: secondo la nuova filosofia della Casa Progenitrice, è inutile avere in tasca uno smartphone e una carta di credito. L’ideale sarebbe combinare le due cose.
La mia sensazione è che così sarà: una volta che si è deciso di affidare qualcosa ai telefonini, alla fine lo si è fatto. Immagini, video, e-mail, navigazione Internet, social network e mille altri sistemi e sottosistemi di comunicazione: non stupisce che, oggi, tante persone, dai giovani, agli adulti e in molti casi anche agli anziani, vadano in giro con gli occhi incollati allo schermo del telefono. Lì dentro ci sono il lavoro, gli affetti, le amicizie, le rivalità e buona parte delle tracce che, vivendo, cerchiamo di lasciare nel mondo. Manca solo il denaro: l’American Express sta semplicemente cercando di colmare una lacuna.
Mi autoproclamo oracolo e azzardo una previsione: presto l’umanità sarà divisa tra uomini con il telefonino e uomini senza il telefonino. I primi gireranno con tutta la loro vita in tasca, affidata ai circuiti dello smartphone, i secondi insisteranno nel conservarla in supporti più tradizionali: il cervello e il cuore. I primi diranno “Ti mostro una cosa” e ci pianteranno il telefono sotto il naso; i secondi diranno “Ti racconto una cosa” e creeranno storie, anche quando saranno convinti di esporre solo i fatti. Avranno il solo vantaggio di riconoscere subito il destino quando lo incontreranno. I primi, invece, nel dubbio gli scatteranno una foto.
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