Niente di male

E’ possibile che una mente acutissima come quella dello scienziato Stephen Hawking possa sbagliarsi di grosso? La risposta a questa domanda, partorita dalla mia mente, ottusa quanto quella di Hawking è acuta, sarebbe la seguente: nel lungo periodo probabilmente no, in quello breve certamente sì.

Come sappiamo - anche perché scritto proprio qui qualche giorno fa - Stephen Hawking ha firmato, insieme a un folto gruppo di scienziati, imprenditori, scrittori e perfino qualche giornalista passato di lì per caso, una lettera aperta nella quale si propone la messa al bando delle tecnologie militari legate all’Intelligenza Artificiale.

Come detto più sopra: a lungo termine questa si rivelerebbe senza dubbio una mossa saggia; per ora, la preoccupazione appare sproporzionata. Dico questo alla luce di quanto accaduto al povero hitchBOT. Trattasi - o meglio, trattavasi - di un robottino fabbricato in Canada. Obiettivo dei suoi progettisti, farlo viaggiare in autostop, tutto solo, attraverso il continente americano. “Hitch”, d’altra parte, è un’abbreviazione di “hitchhiking” che in inglese sta, appunto, per “fare l’autostop”. Inoltratosi nel mondo degli umani, hitchBOT ha fatto la fine che molti di noi certamente gli avrebbero pronosticato: dopo due settimane passate bighellonando tra Boston e New York, è stato trovato privo di vita elettronica nei pressi di Philadelphia: decapitato e buttato in un fosso. Il bel sorriso disegnato sul suo faccino a led non ha evidentemente impietosito gli umani.

Con buona pace di Hawking, per ora gli uomini sono più pericolosi per i robot di quanto i robot siano pericolosi per gli uomini. Non dubito che le parti si invertiranno e che nel futuro saranno i nostri amici-nemici meccanici a prenderci a martellate sul testone. Quando quel giorno verrà, saremo bravissimi a frignare che è un’ingiustizia bella e buona e a fingere, come sempre facciamo, che il passato non esiste e che noi, ci mancherebbe, non abbiamo mai e poi mai fatto niente di male.

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