Non cambia niente

Anch’io, come tutti, vengo di tanto in tanto sopraffatto da una sensazione di immobilità, di ristagno, di cristallizzazione sociale che, in effetti, può essere sconfortante. Quest’ubbia ci porta a sostenere che non cambia mai niente, che è sempre la solita storia, che le cose stanno in un certo modo perché così sono sempre state e così sempre saranno.

Nella certezza che vi sarà capitato di condividere con me questa sensazione e che, come il sottoscritto, l’abbiate trovata sgradevole, addirittura soffocante, sono lieto di comunicarvi che, per puro caso, mi sono imbattuto nel suo perfetto antidoto.

Sotto il titolo “Map of Europe 1000 Ad to present with timeline”, YouTube ospita un video in cui ogni minimo cambiamento nella mappa politica europea degli ultimi dieci secoli viene registrato e condensato in circa quattro minuti. In questo ridotto spazio di tempo assistiamo agli allungamenti, ai restringimenti, alle apparizioni e alle scomparse, nel corpo del Continente, di stati e statoni, nazioncine e nazioncelle, imperi e principati, regni e repubbliche.

L’Italia si presenta come uno stivale maculato nel quale soltanto il Sud sembra godere di una prolungata stabilità politica. Il Nord è invece tormentato da mutanti macchie di colore come la faccia di un bambino che passi senza soluzione di continuità da una malattia infantile all’altra. Il Sacro Romano Impero si lascia corrodere come un vecchio trumeau preso d’assalto dalle tarme, il Terzo Reich s’allarga repentino come un gonfiore alla prostata e altrettanto repentinamente scompare, come asportato da un’operazione chirurgica.

Nel giro di pochi secondi l’Italia, per secoli tempestata di nei, sbuffi di colore e grumi che, sgomitando, cercavano di guadagnare spazio a danno di altri grumi, di colpo diventa unita, cioè uniforme nella tinta e familiare nella sagoma. Nonostante ciò, scommetto che, durante tutti quei secoli, la gente non perdeva occasione per dire: «Uffa, qui non cambia mai niente».

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