Non ci credo

Non ci credo

Una scritta occupa parzialmente lo schermo mentre visito un sito internet: «Questo non è uno scherzo! Potresti aver vinto: clikka qui per incassare». La cosa non mi scuote, né mi sorprende e neppure mi infastidisce: so che non è vero, e tanto basta. Nessuno mai regalerà denaro al primo che passa. Vorrei aggiungere: tantomeno a me.
Leggo un’inserzione in un giornale: ci sarebbe «un’occasione» per acquistare una casa sulla Costa Azzurra. L’annuncio assicura trattarsi di un «regalo» e precisa: «Spese notarili minime». Non mi illudo. Di più: neppure per un istante mi sovviene la tentazione di crederci. Non sono cognato di nessuno, io.
In televisione, a più riprese, sento richiami all’«interesse dei cittadini». Ognuno se ne preoccupa vivamente e sembra uscito precipitosamente di casa, senza troppo curarsi dell’aspetto: «Non c’è da perdere tempo! Bisogna pensare all’interesse dei cittadini». Non faccio una piega: so che certe cose si dicono tanto per dire, non bisogna prenderle alla lettera.
A proposito di lettere: nell’apposita cassetta trovo un avviso. Mi prega di non prestare fede a eventuali chiamate di persone che, spacciandosi per addetti della compagnia telefonica, potrebbero cercare di estorcermi «dati sensibili». Apprezzo la premura, ma non ci sarei mai cascato: ormai da troppi anni ho imparato che, per attraversare un giorno da mattina a sera con qualche speranza di farcela, è necessario non credere praticamente a nulla.

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