Non mi interessa

Cercherò di dirlo nel modo più gentile possibile: non me ne frega niente di come voterete al referendum di dicembre. Avete avuto l’impressione che, nel convogliare l’affermazione di cui sopra, non sia stato affatto «gentile»? Ebbene, l’impulso iniziale mi suggeriva espressioni anche più brutali.

Sempre meno mi riesce di tollerare le dichiarazioni di voto che spuntano da ogni dove, in particolare ai social network. In tanti, compreso il sottoscritto, si compiacciono di pubblicare dettagli della propria esistenza quali foto delle lasagne appena sfornate, del gatto che gioca con la pallina, della vacanza ai Tropici e del compleanno della nonna. Accanto, e anzi in mezzo, a tutto ciò ora non manca la personale opinione circa la riforma della Carta costituzionale. 

Purtroppo, mentre ho grande simpatia per lasagne, gatti, vacanze e nonne, grazie ai quali mi si rivelano aspetti intimi e confidenziali del prossimo, non ho alcuna sopportazione per certe domestiche chiamate allo schieramento. Esse infatti travestono da partecipazione e confronto l’intimo (e ridicolo) desiderio di influenzare, “fare opinione”, allargare il “peso” del proprio voto a un giro di conoscenze più o meno virtuali che, surrettiziamente, viene trasformato in un “pubblico” al quale rivolgersi dall’alto di un podio.

Certo, ognuno è liberissimo di annunciare come voterà in questa e in altre consultazioni: solo, mi piacerebbe riflettesse sul fatto che è proprio il voto, e non altro, lo strumento per contribuire in modo serio e decisivo alla vita democratica del Paese, mentre al momento mi pare che prevalga il pavoneggiarsi dell’intenzione, lo sciorinamento della certezza personale, la prepotenza della persuasione coatta.

Un conto è impegnarsi in prima persona, nei partiti e nei comitati, per l’una o l’altra posizione; un altro è pretendere che il prossimo per forza si riscaldi al fuoco della nostra saggezza istituzionale, rimanga abbagliato dalla luce della nostra coscienza civile e frema d’ammirazione per il decisivo intervento che portiamo a salvaguardia della democrazia. Mille volte meglio la foto del gatto il quale, si sa, non ha mai dato lezioni di diritto costituzionale a nessuno.

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