Non vedo in russo

Ci voleva un aereo delle Malaysia Airlines per scalzare dai notiziari internazionali la crisi in Ucraina. Da giorni tutti i canali più prestigiosi, quelli che si ha l'impressione vengano diffusi solo negli alberghi e in aeroporto, discettavano di Russia, di Ucraina, di Crimea, delle sovrapposizioni tra questi tre territori, nonché di etnie, di minoranze, di spinte democratiche e, soprattutto, della sfida nazionalista di Putin alla logica internazionalista.

Solo un canale bellamente ignorava tutto questo: Rt, ovvero la Cnn russa, il servizio news 24 ore finanziato dal governo di Mosca per diffondere la propria visione del mondo, in contrapposizione a quella americana o, più in generale, occidentale. Mentre Cnn, Bbc, Bloomberg, Al-Jazeera e compagnia bella fornivano regolari reportage da Kiev e da Mosca - nel loro tipico stile blasé: cinque minuti di notizie, dieci di golf - Rt si concentrava, non senza malizia, sulla questione indipendentista scozzese, nonostante l'evidente mancanza, nelle strade di Edimburgo e di Glasgow, di barricate, cecchini e masse urlanti per pane e libertà. A dirla tutta, Rt è riuscita a dare il proprio contributo all'informazione sulla crisi in Ucraina grazie alle dimissioni in diretta di una giornalista che si è detta moralmente in affanno nell'adeguarsi alla linea pro-Russia, ma soprattutto pro-Putin, impostata dall'emittente.

Tolta lei, Rt ha offerto uno palinsesto un po’ ridicolo di ostinazione antistorica, imbarazzo malcelato e obsoleto servilismo, un teatro dell'assurdo in cui, mentre è ovvio che qualcosa sta accadendo al centro del palcoscenico, tutti gli attori ostentano interesse per qualcos’altro, un pretesto, al di fuori del riquadro della realtà. Un “non vedo e non sento” quasi buffo e surreale, non fosse che lo spettacolo dell’informazione che uccide se stessa è sempre triste e, di questi tempi, profondamente malinconico.

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