Incontrare la signora Malinpeggio è sempre un piacere, a patto di non irrigidirsi di fronte a certi suoi convenevoli poco convenzionali. Ieri mattina, per esempio, a un mio “buongiorno signora” in effetti un poco sottotono, ha risposto così:
“Devo proprio dirglielo: oggi ha l’aria di una cosa calpestata”.
“È la stagione. Con l’accorciarsi delle giornate, l’annuncio della brutta stagione si fa impellente. Non posso impedire al mio umore di peggiorare: la mente si riempie di malinconie, paure, preoccupazioni”.
“Questa è insieme una notizia brutta e bella”.
“Come sarebbe a dire?”
“Brutta perché lei si lascia ingannare dal suo cervello, che produce tutte le sensazioni di cui sopra. È programmato per preoccuparsi, ma questo comporta che lei paghi un prezzo in termini di energie morali e psichiche”.
“E la bella notizia?”
“Il suo cervello ancora funziona”.
“Vorrei tanto poter scacciare queste sensazioni deprimenti...”
“Questa è insieme una notizia brutta e bella. Brutta perché non c’è modo di impedire al suo cervello di preoccuparsi; bella perché ha l’occasione di provarci, coltivando nuovi interessi”.
“Ma lo sa che ha ragione? Grazie, signora! Parlare con lei è stato un sollievo. Ne approfitterò ancora, e presto”.
“Questa è insieme una notizia brutta e pessima”.
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