Un uomo entra in un negozio di animali domestici e annuncia a gran voce di voler presentare una rimostranza.
«Di che cosa si tratta?» chiede il commesso, un individuo piuttosto polveroso e malmesso.
«Glielo spiego subito» replica l’uomo. «Questo pappagallo, acquistato poc’anzi in questo stesso esercizio commerciale, è morto».
«Oh, no signore: non è morto. Sta riposando».
Indignato, il signore replica di essere perfettamente in grado di distinguere un pappagallo in stato di riposo da un pappagallo trapassato e, per sottolineare il concetto, sciorina una lunga teoria di espressioni adatte a far intendere che il pennuto ha esalato l’ultimo respiro. Una di queste è: «Si trova sottoterra e spinge su le margherite».
Ecco descritto uno dei più famosi sketch dei Monty Phyton, gruppo inglese al quale va riconosciuto né più né meno di aver rivoluzionato l’umorismo. A partire dal loro programma televisivo “Monty Phyton’s Flying Circus” per continuare con un pugno di film, questi attori, autori, registi e perfino illustratori hanno trovato il modo di far ridere con la cultura, il nonsense, la provocazione sociale e religiosa, la semplice fantasia. Fuori vecchiume come barzellette e battute accompagnate dal rullo della batteria, dentro spericolati giochi di parole, situazioni paradossali, uffici strampalati («Il Ministero delle Camminate Sceme») e personaggi impossibili («L’Uomo alternativamente cortese e offensivo»).
Trent’anni fa l’ultimo film di gruppo e poi tante carriere individuali. Oggi, la clamorosa decisione: «Ci rimettiamo insieme per uno spettacolo teatrale». Una notizia strepitosa per chi ha amato la loro oltraggiosa poesia e il loro sgangherato rigore intellettuale; una notizia rischiosa per chi, amandoli ancora, non vorrebbe assistere a un patetico tentativo di rivivere il passato da parte di alcuni sgomenti settantenni.
Un’occasione unica, infine, perché la loro follia riporti un po’ di sensatezza in questo assurdo mondo.
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