Occhi chiusi

Occhi chiusi

È interessante seguire le più recenti ricerche in campo psicologico perché, sempre più spesso, rivelano come atteggiamenti minimi, addirittura insignificanti, abbiano invece conseguenze notevoli.
Eugene Caruso e Francesca Gino, due ricercatori rispettivamente di Chicago e Boston, hanno unito le forze per mettere a punto un’osservazione penetrante: il semplice atto di chiudere gli occhi modifica e, di fatto, inasprisce i nostri giudizi morali. «Questo - spiegano i due - perché a occhi chiusi la nostra immaginazione tende a dipingere le cose con molta più incisività e durezza». In altre parole, svincolato dalla distrazione della realtà, il nostro cervello, nel buio, ha campo libero: l’immaginazione corre selvaggia e, come sembra naturale, tende a costruire immagini, situazioni e sensazioni senza filtro alcuno, calcando sui toni, ingigantendo i dettagli. Di conseguenza, il nostro giudizio ne risulta influenzato e si fa più severo. Un vecchio adagio dice:  «Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge». A quanto pare, è proprio così: la fantasia tende a esagerare, a trasformare il brutto in grottesco, lo sgradevole in intollerabile.
Naturalmente, non è un’annotazione priva di significato quella che colloca i nostri ricercatori a Chicago e Boston. Ogni ipotesi di studio, infatti, ha le sue eccezioni. Da noi, per esempio, potrebbe non funzionare proprio così: non c’è giudizio peggiore di quello suggerito dal tenere gli occhi aperti e l’unica compassione possibile, matura per forza a occhi chiusi.

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