Oggetti da collezione

Ha raggiunto il sito della Bbc la notizia che il governo italiano ha messo all’asta, su eBay, «centinaia» di auto di lusso di proprietà della pubblica amministrazione. In realtà, al momento le auto sono solo 174 ma non era questo dato a preoccupare il sito inglese d’informazione. La notizia infatti rappresentava l’occasione - piuttosto ghiotta, dobbiamo ammetterlo - di porre una domanda maliziosa, cosa che la Bbc fa senza esitazione alcuna: «Comprereste un’auto usata da un politico italiano?»

Domande di questo genere sono, come si dice, retoriche: la risposta standard è “no”, non compreremmo nulla da un politico, tantomeno se italiano, ovvero appartenente a una genìa che, non dimentichiamolo, tra le varie nefandezze di cui si è resa colpevole c’è anche il conio di espressioni quali «apposita commissione», «profondo cordoglio» e «attenta considerazione».

Non che ci sia alcun rischio perché, curiosamente, nel gran pentolone delle celebrità, l’unica categoria a non produrre “memorabilia” - ovvero oggetti personali che diventano da collezione - è proprio quella dei politici. Il mondo dello spettacolo, quello dello sport, dell’arte e perfino della scienza garantiscono i loro feticci: ci sono persone disposte a pagare per una maglia di Del Piero - ma anche per una di Carannante -, per un guanto di Michael Jackson e per una qualsiasi parte del corpo scartata da Cher. Più ristretto, se non addirittura inesistente, il mercato per un paio di mutande appartenute ad Adone Zoli o a Beniamino Andreatta.

Si dirà: questo accade perché lo sport e lo spettacolo suscitano ammirazione e la cultura e la scienza generano rispetto. La politica, al contrario, genera al momento sospetto e sfiducia anche se poi, davanti al pifferaio al momento più loquace, siamo disposti a perdere ogni ritegno e a seguirlo in capo al mondo. Con il risultato che alla fine sarà lui a collezionare il nostro intimo.

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