Olandesi a parte

Olandesi a parte

La cosa ragionevole da fare sarebbe quella di aver pazienza e aspettare fino a domenica sera. Alle otto e mezza si giocherà Olanda-Spagna ed è largamente probabile che, alla fine della partita, degli eventuali supplementari e dei sempre crudeli calci di rigore, sapremo quale squadra sarà proclamata Campione del mondo. Dopo di che, ancor più ragionevole sarebbe andarsene a letto e metterci una pietra sopra. Invece no: la finale Olanda-Spagna è in realtà soprattutto l’attesa della medesima, quando l’umanità può scatenarsi e dare il meglio di se stessa allo scopo, naturalmente, di capire in anticipo chi vincerà la partita. Questo processo comprende complicate analisi tecniche, infiniti dibattiti, alcune divinazioni e perfino una serie di molestie inflitte a un polpo.
Qualcuno, per fortuna, rifiuta di abbandonarsi allo scontato gioco del pronostico e si limita ad augurarsi che vinca un team piuttosto dell’altro. A dirla tutta, c’è anche chi tende a sperare che perda un team piuttosto di un altro.
È il caso di Brian Phillips il quale, in un ottimo articolo, confessa la sua speranza: che l’Olanda venga sconfitta. Non per spregio della nazionale arancione, anzi: per troppo amore. Vincendo, l’Olanda spezzerebbe infatti l’aura di "meravigliosa perdente" che la circonda, cancellerebbe lo spirito per cui è famosa: è meglio giocar bene che perdere. «Di un poco di questa filosofia - scrive Phillips - il calcio di tutto il mondo ha ancora bisogno». Questo è così vero che non si vede chi potrebbe essere in disaccordo. Olandesi a parte.

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