Oltre lo strappo di Bastia

Oltre lo strappo di Bastia

L’aver sentito definire «strappo di Bastia Umbra» l’ultimo discorso di Gianfranco Fini mi ha aperto il cuore: certe tradizioni, per fortuna, non muoiono mai. Tra queste, quella di associare un evento storico, o pseudo tale, a un comune, preferibilmente di piccole dimensioni. Abbiamo così la «disfida di Barletta», «l’incontro di Teano», «la battaglia di Curtatone (e Montanara)», «lo sbarco di Marsala», il «ritorno a Canossa», «le notti di Arcore». Fini stesso è responsabile di almeno tre di questi accoppiamenti: il già citato «strappo di Bastia», «la svolta di Fiuggi» e «lo schiaffo di Perugia».
L’ideale, a mio avviso, sarebbe che ogni comune d’Italia - se ne contano 8.094 - abbia il suo bel fatto storico con cui andare a braccetto. A questo proposito suggerirei, per ragioni pratiche, di non attendere inerti il verificarsi di un episodio memorabile prima di stabilire l’abbinamento. Meglio procedere a tavolino: si identifica una definizione, che abbia un bel suono, e si procede quindi all’organizzazione del fatto storico.
Ecco qualche idea: i tafferugli di Buscate; il lavacro di Saponara; il perdono di Grantorto; la separazione di Mozzate; l’avanzata di Cingoli; la calata di Levate; il richiamo di Cicala; il patto di Fregona; la quiete di Camposano; l’abbraccio di Spinoso; la sparata di Azzate; la discesa di Palombaro e il riposo di San Bartolomeo al Mare.

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