Onestà

Onestà

Non è vero che tutto il mondo è paese. Piuttosto, molti Paesi sono un mondo e, tra questi, certamente includerei il nostro.

Lasciandovi in eredità la riflessione su quanto ho appena scritto, passo all’argomento di oggi. Lo spunto ce lo offre la ricerca di un certo Magnus Tofarson, un tale che con un nome del genere poteva solo ritirarsi in un’Università e mettersi a far ricerca. Ebbene, egli ha voluto andare a fondo del concetto di "mancia", istituzione profondamente radicata in alcuni Paesi, meno in altri. Magnus (ma ve lo immaginate bimbetto, con la mamma che lo chiama dalla finestra? «Vieni a casa, Magnus: è ora di cena») ha scoperto che laddove le mance vengono praticate con più larghezza e sono date per scontate dal personale preposto a riceverle, la corruzione per coincidenza è pure molto diffusa.

A questa conclusione, Tofarson (ma lo vedete il suo insegnante di ginnastica? «Muovi quel sedere, Tofarson! Non possiamo star qui tutto il giorno ad aspettarti») giunge sovrapponendo la lista dei trentadue Paesi più avvezzi alle mance (ricavata dalla "International Guide to Tipping") a quella delle nazioni più corrotte (pubblicata come "Corruption Perception Index"). Risultato: la corruzione è maggiore nei Paesi dove si danno più mance. E bravo Magnus! Verrebbe da aggiungere (come faceva sempre sua nonna): «Vatti a comprare un gelato».

A noi resta però il dubbio che, in questo contesto, l’Italia possa rappresentare l’eccezione. Siamo in un Paese dove la mancia propriamente detta, pur se non del tutto sconosciuta, non viene applicata in modo sistematico e tuttavia la corruzione è dilagante. Sarà forse perché, noi, diciamo pane al pane: passiamo mazzette e le chiamiamo mazzette, non "mance". Ditemi voi se non è onestà questa.

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