Pensavi di averle sentite tutte e invece c’è ancora qualcosa che ti lascia, come si suol dire, a bocca aperta. Sentite questa: i pubblicitari hanno scoperto l’onestà.
È ben noto che ciascuno di noi, davanti a un messaggio pubblicitario, è abituato a prenderne le dovute misure alzando il proprio livello di incredulità e automaticamente ammettendo come scontata, e anzi legittima, una certa inclinazione alla menzogna. Ebbene, i responsabili di una campagna pubblicitaria per la catena di ristorazione americana "Domino’s pizza" hanno minato questo radicato atteggiamento.
Raccolti i non pochi messaggi di critica ai loro prodotti - giunti attraverso lettere, e-mail, messaggi su Facebook - li hanno pubblicati, aggiungendovi una candida chiosa: «Avete ragione. Promettiamo di far meglio». Risultato: un gran successo, con incorporato incremento del giro d’affari. «Il pubblico - ha spiegato uno dei pubblicitari - è abituato ai messaggi che promuovono prodotti sempre "migliori" e tende a non prestarvi attenzione. Ammettendo invece che la nostra merce non è perfetta ma impegnandoci pubblicamente a migliorarla, la gente si è scoperta disposta a concederci fiducia e, all’acquisto, ha creduto effettivamente di percepire tali miglioramenti».
Di certo un risultato eccezionale per il business pubblicitario mondiale. Non potrebbe essere salutata altrimenti un’operazione che, a volerla esaminare fino in fondo, finisce per fare dell’onestà la forma più sofisticata di falsificazione.
È ben noto che ciascuno di noi, davanti a un messaggio pubblicitario, è abituato a prenderne le dovute misure alzando il proprio livello di incredulità e automaticamente ammettendo come scontata, e anzi legittima, una certa inclinazione alla menzogna. Ebbene, i responsabili di una campagna pubblicitaria per la catena di ristorazione americana "Domino’s pizza" hanno minato questo radicato atteggiamento.
Raccolti i non pochi messaggi di critica ai loro prodotti - giunti attraverso lettere, e-mail, messaggi su Facebook - li hanno pubblicati, aggiungendovi una candida chiosa: «Avete ragione. Promettiamo di far meglio». Risultato: un gran successo, con incorporato incremento del giro d’affari. «Il pubblico - ha spiegato uno dei pubblicitari - è abituato ai messaggi che promuovono prodotti sempre "migliori" e tende a non prestarvi attenzione. Ammettendo invece che la nostra merce non è perfetta ma impegnandoci pubblicamente a migliorarla, la gente si è scoperta disposta a concederci fiducia e, all’acquisto, ha creduto effettivamente di percepire tali miglioramenti».
Di certo un risultato eccezionale per il business pubblicitario mondiale. Non potrebbe essere salutata altrimenti un’operazione che, a volerla esaminare fino in fondo, finisce per fare dell’onestà la forma più sofisticata di falsificazione.
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