I dirigenti del Napoli devono avere una sospetta considerazione dei loro stessi tifosi, oppure essere fin troppo sensibili alle differenze culturali tra Italia e Inghilterra, per aver emesso il comunicato che hanno emesso a pochi giorni dall’impegno della loro squadra a Londra contro il Chelsea. Nell’augurare ai sostenitori «una splendida serata caratterizzata da spirito sportivo», il Napoli ricorda che a Stamford Bridge, stadio del Chelsea, «è proibito introdurre coltelli, fuochi d’artificio, fumogeni, trombe ad aria, razzi, bottiglie, armi, dispositivi laser, bottiglie, lattine, vasi di vetro, aste».
Ogni tifoso italiano - non soltanto napoletano - potrebbe a questo punto chiedersi perché mai dovrebbe andare Londra se oltretutto, come precisa il comunicato, una volta nell’impianto dove si svolgerà la partita sarà tenuto a «occupare esclusivamente il posto contrassegnato e indicato sul biglietto».
Trasferta che si annuncia davvero noiosa, per i passionali tifosi del Napoli. Mai, tuttavia, come quella che toccherebbe ai fan del Baghdad o del Kabul che, se tanto ci dà tanto, prima della partenza verrebbero dissuasi dall’introdurre nello stadio «missili terra-aria, lanciafiamme, autobombe, mitragliatrici da campo, carri armati» e quelle «granate a mano» che fanno tanto folklore negli impianti sportivi dell’Asia centrale. Chissà poi che cosa bisognerebbe dire ai tifosi americani, visto che senza esplicito invito a «non invadere il campo», senz’altro si lascerebbero andare a occupare militarmente il terreno di gioco.
Ogni tifoso italiano - non soltanto napoletano - potrebbe a questo punto chiedersi perché mai dovrebbe andare Londra se oltretutto, come precisa il comunicato, una volta nell’impianto dove si svolgerà la partita sarà tenuto a «occupare esclusivamente il posto contrassegnato e indicato sul biglietto».
Trasferta che si annuncia davvero noiosa, per i passionali tifosi del Napoli. Mai, tuttavia, come quella che toccherebbe ai fan del Baghdad o del Kabul che, se tanto ci dà tanto, prima della partenza verrebbero dissuasi dall’introdurre nello stadio «missili terra-aria, lanciafiamme, autobombe, mitragliatrici da campo, carri armati» e quelle «granate a mano» che fanno tanto folklore negli impianti sportivi dell’Asia centrale. Chissà poi che cosa bisognerebbe dire ai tifosi americani, visto che senza esplicito invito a «non invadere il campo», senz’altro si lascerebbero andare a occupare militarmente il terreno di gioco.
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