Parole parole

A quanto leggo e sento, molti criticano Matteo Renzi per la comunicazione superficiale, modellata su slogan e diktat, alla quale sembra essersi affidato per divulgare l’attività - vera o presunta - del suo governo. Santoro lo ha preso in giro (offrendo in realtà una versione un po’ patetica di se stesso) dicendo che secondo il premier «tutto ciò che non ci sta in un tweet è out».

Mi sembra vero il contrario. Altro che tweet: Renzi è il presidente del Consiglio più prolisso della storia e non dimentichiamo che di presidenti del Consiglio innamorati di se stessi e della proprie parole ne abbiamo avuti, anche recentemente, da consegnare al Guinness dei primati.

Forse la mia sarà un impressione sbagliata, ma Renzi è soprattutto una testa che parla davanti alle telecamere. Ha approfittato del viaggio di ritorno dagli Stati Uniti per piazzare un obiettivo davanti a sé sull’aereo e raccontarci il bilancio della spedizione. Per essere uno che dovrebbe spingere la produttività del Paese, spronarci all’iniziativa e infonderci senso dell’impegno e della responsabilità, egli sembra presumere che dovremmo dedicare parecchie ore della settimana - messo da parte il lavoro d’ufficio, il pezzo al tornio, il banco della bottega e quello del laboratorio - per ascoltarlo spiegare come sta rendendo la vita più facile a tutti noi. Temo invece che, messe insieme, le ore dei discorsi di Renzi potrebbero costarci a fine anno un punto di Pil o giù di lì.

Ragionamento faceto, semplicistico e anche un po’ sciocco, non lo nego, non fosse per il fatto che allude a una circostanza più profonda. Questa: se l’attività della politica - e della politica governativa in particolare - non si spiega nei fatti, nella percezione concreta di qualcosa che accade, sarà ben difficile possa farlo attraverso le parole. Delle quali la politica, dopo aver fatto un uso strumentale, ha oggi scoperto che può servirsene in modo illusionistico. E noi le seguiamo non più per scoprire se dicono il vero, ma solo per accertarci che, alla fine, il trucco riesca.

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