Partenze e ritorni

Che non sia tipo da ombrellone basta un’occhiata per capirlo. È ben raro che lasci il paese, anche solo per una gita. Qualche volta va in visita a una parente, misteriosissima, ma, partendo presto al mattino, si assicura il ritorno, in bus, prima dell’ora di cena.

La signora Malinpeggio, ricorderete, è una mia vicina di casa dotata di un pessimismo talmente coerente ed esteso che potrebbe essere consolidato in una filosofia. La cosa straordinaria è che tale pessimismo, pur rendendola sarcastica, non scade mai nell’aceto del cinismo.

Visto che, come dicevo, non va mai in vacanza, è molto probabile incontrarla per strada: passeggia a lungo, senza timore per il caldo. Sembra del tutto insensibile alle escursioni termiche.

«Buongiorno signora», la saluto incrociandola per via. «Gran caldo anche oggi, vero?»

«Lei ne sa una più del diavolo. Come se ne sarà accorto?»

«Non le pare che quest’anno sia andata via più gente del solito?»

«Come dice?»

«Si guardi intorno. Per strada ci siamo solo io e lei. Di conseguenza, molta gente è in vacanza. Negli anni scorsi le partenze erano più scaglionate».

«Può portare qualche fatto concreto a sostegno di questa sua deduzione? O trattasi soltanto di impressione superficiale? Sappiamo bene che è questa la sua specialità speculativa. Alcuni la definirebbero, mi perdoni, faciloneria».

«No» rispondo un poco esasperato. «Nessun fatto concreto. Nessuna prova e nessuna statistica. Solo un pretesto per fare due chiacchiere».

La signora pare rabbonirsi. «Forse ha ragione. Il paese sembra in effetti abbandonato. D’altra parte, tutto è relativo. Ha mai notato come certa gente non sia mai del tutto presente, anche quando non parte?»

«Ora che me lo fa notare...»

«A proposito, lei quando torna?»

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