Particella utile

Particella utile

Così come tutti siamo commissari tecnici quando gioca la nazionale, tutti diventiamo scienziati quando c’è una scoperta. Per questa ragione, ieri, non stupiva sentir parlare del "bosone di Higgs" nelle situazioni più improbabili: al supermercato, dal tabaccaio, in fila tra i pensionati sgomenti per la perdita del denaro contante.

Basterebbe ricordare che il "bosone di Higgs" è chiamato anche "particella di Dio" per sottolineare l’importanza di questa scoperta della fisica sub-nucleare. Il sito del Corriere, ieri, annunciava così la notizia: «Il bosone di Higgs, la famosa "particella di Dio", esiste ed è stata catturata finalmente senza alcun dubbio nel superacceleratore Lhc del Cern di Ginevra». Quel «senza alcun dubbio» messo lì, quasi a caso, intendeva forse prevenire qualche  inconsulta allusione ad altre recenti scoperte del Cern non così ben riuscite. Questa volta, no: «nessun dubbio», il "bosone" esiste per davvero. Il problema, adesso, sarà spiegare alla gente che cosa è, e sarà tanto più difficile farlo in quanto tutti sembrano già convinti di saperlo.

Da quanto ho capito, il "bosone di Higgs" rappresenta il mattone fondamentale della materia perché è una particella in grado di creare massa partendo dalla pura energia. Ecco perché lo definiscono "particella di Dio": in un certo senso, esso è il tramite tra il materiale e l’immateriale.

Tutto vero ma, per quanto tutto questo sia affascinante, per quanto importante la scoperta venga considerata, a guardarci intorno, a leggere della spending-review, a considerare quanto costa l’amministrazione dello Stato, a leggere di tutti questi corpi sfaccendati, di tutto questo volume impiegatizio abbandonato all’inerzia, forse, a noi, tutto sommato, sarebbe più utile una particella che trasformasse massa in energia, e non il contrario. O sbaglio?

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