Quando sento parlare di «mestieri a rischio» il mio cuore sobbalza e per due ragioni distinte. La prima risiede nell’empatia che provo per il genere umano sapendolo prossimo a sfide economiche e sociali ad di là della portata di molti e nel dispiacere che anticipo per il dissanguamento culturale dovuto alla scomparsa dei suddetti mestieri, ovvero per la dissoluzione di talenti, conoscenze ed esperienze secolari se non millenari. La seconda ragione è che pure il mio è un mestiere a rischio, o comunque in rapidissima e cieca trasformazione: il giornalismo si salverà, ne sono sicuro; dubito però di avere le forze per rimanere attaccato ancora a lungo alla sua coda cangiante.
Ciò detto, leggo che il problema più urgente ce l’hanno certe categorie di artigiani la cui discesa nel grigio mare dell’oblio, secondo i numeri congiunturali diffusi dalla Cgia di Mestre, sarebbe già incominciata. Nel dettaglio, chi avesse idea di intraprendere mestieri quali barbiere, pellicciaio, corniciaio o impagliatore, farebbe bene a ripensarci. Più saggio sarebbe investire tempo e denaro in altre attività, date in crescita: parrucchieri ed estetiste, gelaterie, rosticcerie, ambulanti del cibo da strada, imprese di pulizia e di giardinaggio.
Una nota a parte meriterebbero i poveri barbieri, senza futuro se non sapranno confluire nel più vasto arcipelago di parrucchieri ed estetiste, ma la rivoluzione, è chiaro, è epocale e supera i pur nobili confini della sfumatura e del contropelo.
Rivoluzione che, secondo alcuni, potrebbe non essere del tutto negativa.
Il filosofo Stephen T. Asma, per esempio, dice che il futuro porterà soprattutto tanti robot: saranno questi a occuparsi dei lavori ripetitivi e logoranti. A noi resterà tempo per occuparci d’altro: in particolare, per trasformare in lavoro i nostri hobby. Avremo un’economia diffusa basata su birrifici artigianali, cibi biologici, mobili fatti a mano, oggetti semi-artistici. Guadagneremo meno, dice Asma, ma saremo più felici: a patto di avere passioni e idee. Aiuto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA