Pecora nera

Come si fa a stabilire qual è la città più onesta? Semplice, si finge di perdere il portafoglio – lasciandolo in realtà in bella vista in mezzo a una strada – e si sta a guardare, come diceva Jannacci, l'effetto che fa. Meglio ancora, di smarrimenti se ne fingono 12 alla volta, inserendo in ogni portafoglio un numero di cellulare, una foto di famiglia, alcuni coupon nominali, un biglietto da visita (così per il ritrovatore non c'è l'alibi dell'anonimato) e circa cinquanta euro in contanti.

L'operazione, ripetuta in sedici capitali del mondo, ha fruttato al Reader's Digest un servizio giornalistico e il “diritto” di proclamare Helsinki (Finlandia) la “città più onesta”. Dei dodici portafogli “smarriti” ne sono stati restituiti undici. Lasse Luomakoski, uno dei “restitutori”, ha osservato che “i finlandesi sono onesti per natura. Qui c'è poca corruzione e nessuno si permette neppure di passare con il rosso”.

A parte quell'”onesti per natura” che mette i brividi nella schiena – presupponendo che la natura, in altri popoli, abbia insinuato il tarlo genetico della disonestà – non c'è dubbio che Lasse e i suoi connazionali abbiano fatto bella figura. Meno brillanti i portoghesi: a Lisbona dei dodici portafogli abbandonati per le strade amate da Pessoa e Tabucchi uno solo ha fatto ritorno all'ovile. Sostiene Pereira, evidentemente, che di questi tempi trovare cinquanta euro e restituirli è un po' da fessi. Vi starete chiedendo con qualche preoccupazione come si è comportata l'Italia: tranquilli, l'esperimento non è stato tentato in nessuna delle nostre città. Forse non ci siamo neppure qualificati, come ai mondiali di curling: l'onestà, direbbe Lasse, non è sport mediterraneo. Per quanto mi riguarda, un'imperdonabile tendenza al relativismo e la scarsa fiducia nei confronti dell'approccio scientifico del Reader's Digest, mi impongono di sospendere ogni giudizio. Riesco solo a pensare, con gratitudine, a quell'unico finlandese che si è pappato i cinquanta euro.

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