Pensieri di mamma

Pensieri di mamma

Alla lunga lista delle affrante mamme italiane si aggiunge la gentile signora che, dai suoi propri lombi, ha messo al mondo "er Pelliccia", ovvero il giovane gentiluomo romano sorpreso dai fotografi nell’atto di scagliare un estintore. «Volevo spegnere l’incendio» ha spiegato agli agenti di Polizia. Meno male che non fa il chirurgo: avrebbe scagliato bisturi nella convinzione di salvare vite.

Ma torniamo alla mamma, la "sora Pelliccia" come potremmo chiamarla. Ecco la sua testimonianza: «Quando mio figlio ha visto la sua foto sui giornali è sbiancato. Mi ha spiegato che stava solo disperdendo il fumo perché gli dava fastidio un occhio (al Pelliccia evidentemente non mancano le scuse, ndr). Sono preoccupata, ho paura che in carcere non regga».

Nonostante tutto, è difficile ignorare l’ansia di una madre che si ritrova con il figlio incarcerato. Il fatto strano - e probabilmente significativo sotto il profilo sociale - è che la preoccupazione di questa mamma insorge dopo il fatto. Un tempo, le mamme si preoccupavano prima, molto prima. Prima del raffreddore, prima dell'influenza, prima della marachella, prima della bocciatura. Non che questo sistema garantisse la perfetta riuscita del rampollo, ma certo qualche guasto riusciva a scongiurarlo.

Le mamme dovrebbero impegnarsi formalmente a riscoprire quell’atteggiamento, paranoico ma tutto sommato efficace, di ansia preventiva. L’alternativa, eticamente discutibile ma in certi casi inevitabile, finirebbe per essere solo la contraccezione.

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