Pesticida lo colga

«Cresce la percentuale di pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Lo afferma l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) nell’edizione 2016 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque (contenente dati relativi al biennio 2013-2014) spiegando che le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). La contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta».

 

La bella notizia arriva dall’Ansa e va precisato che laddove c’è scritto «pianura padano-veneta» va letto in particolare Lombardia anche se, bisogna sottolinearlo, l’inguaiamento delle acque sotterranee è perfino peggiore in Friuli e in Sicilia.

Nel leggere queste notizie, credo, bisogna fare sempre un caso personale e chiedersi che cosa si potrebbe fare (o smettere di fare) per migliorare la situazione. Personalmente, non faccio uso di pesticidi, anche se conosco individui che meriterebbero di venirne cosparsi. Non farne uso, non equivale a essere innocenti. Mi preoccupo forse di acquistare prodotti ottenuti senza l’impiego di queste sostanze? Certo che no.

 

Questo perché, come tanti, sicuramente troppi e probabilmente la maggioranza, la mia coscienza ambientale si ferma a ciò che è conveniente. Riciclo, è vero, e non solo perché il Comune di residenza mi impone di farlo, ma anche perché il bilancio tra fatica e risarcimento morale è ampiamente in favore del secondo: con poco sforzo mi sembra di fare chissà cosa e l’orgoglio si gonfia. L’indagine dell’Ispra sembra suggerire che non basta più: quella ecologica dovrà presto diventare una coscienza attiva, impegnata e disposta al sacrificio. Se non per amore, certamente per forza. E chi non si ecologizza, pesticida lo colga.

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