Piccoli assassini

Mentre i ragazzi della maturità si impegnavano in un corpo a corpo con Seneca e gli altri, già sbrigata la pratica scolastica, se ne andavano ciabattando per le città d’arte d’Italia e d’Europa, nella penombra dei laboratori e nel silenzio dei saloni museali chiusi al pubblico un piccolo esercito di eroi combatteva una dura battaglia.

E la combatterà a lungo, perché si tratta in realtà di una guerra: quella contro i micro-batteri che minacciano le opere d’arte.

Non so perché ho scritto micro-batteri: in effetti non ho mai visto un batterio macro abbastanza da prendere il bus (anche se a volte avrei giurato il contrario); forse l’ho fatto per rendere meglio l’idea di quanto nascosta e subdola (dunque pericolosissima) sia la minaccia.

Un articolo molto chiaro su “Popular science”, nell’intervistare esperti di tutto il mondo - Italia compresa -, mette in guardia: tutto, proprio tutto, è in pericolo. Dipinti, affreschi, sculture: non c’è materiale che uno o l’altro di questi piccoli assassini non possa attaccare. Gli esperti sono impegnati a contrastare il processo, ma non è facile. La cosa migliore sarebbe che noi tutti li studiassimo, questi capolavori, per fissarceli bene nella testa, come facevano gli uomini-libro di “Farenheit 451”. Non che là dentro si troverebbero del tutto al sicuro. Ci sono batteri, in certe teste, nocivi a tutto. In particolare alla civiltà e dunque all’arte.

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