Pinocchio 2.0

C’era una volta...
Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
- No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta Pinocchio. E c’è ancora, a voler guardare, perché, a 130 anni esatti dalla pubblicazione del romanzo di Carlo Collodi, avvenuta sul "Giornale dei bambini" di Firenze a partire dal 7 luglio 1881, già si parla di grandi celebrazioni, allegre feste, dotti articoli e inevitabili convegni. Inoltre, poiché viviamo nell’era del digitale, non poteva mancare l’idea di riservare al popolare burattino un trattamento elettronico.
A Collodi (Pistoia) verrà dunque inaugurata la Biblioteca Virtuale di Pinocchio grazie alla quale tutto il pubblico, e non solo pochi, selezionati studiosi, potrà accedere alla documentazione storica sul romanzo, alle infinite edizioni pubblicate nelle lingue di tutto il mondo, ai documenti rari, alle illustrazioni, alle miniature, ai codici e agli studi di più varia provenienza.
Nel trionfo che aspetta Pinocchio a 13 decenni dalla sua nascita manca - ma è un particolare trascurabile - un invito a rileggerlo nella sua versione classica, largamente disponibile, illustrata o non illustrata, piuttosto comune che rara, cartacea se non digitale, economica, dimenticata su uno scaffale, lontana dalle fanfare, ignara dalle inaugurazioni, delle tartine e dei buffet. Ma forse è meglio così, perché alla riuscita di un certo tipo di feste contribuisce senz’altro la certezza che a parteciparvi siano soprattutto burattini. Virtuali, si capisce.

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