Più intelligenti?

Più intelligenti?

Non mi permetto mai di mettere in discussione i risultati di una ricerca scientifica, specie quando, fatti due conti, mi convinco che alle stesse conclusioni avrei potuto arrivarci da solo, con il semplice aiuto della logica. Adesso, per esempio, salta fuori che i settantenni di oggi sono molto più intelligenti dei settantenni di trent’anni fa (di questi ultimi, oggi centenari, ne sono rimasti troppo pochi perché le loro proteste siano prese in considerazione).
La ricerca si basa su un test intellettivo fatto svolgere nel 1971 a un gruppo composto da volontari nati tra il 1901 e il 1902 e fatto ripetere nel 2000 a un equivalente manipolo di individui venuti al mondo nel 1930. Nessun dubbio: i "nuovi" trentenni hanno ottenuto risultati decisamente migliori, dimostrando di essere più intelligenti o, forse, di aver meglio conservato la loro intelligenza nel corso degli anni.
Un esito, come dicevo, ampiamente prevedibile. Non può certo sfuggirci il fatto che, su base statistica, i settantenni di oggi hanno condotto una vita sotto molti aspetti migliore di quella dei loro "predecessori": migliore alimentazione, migliori cure mediche e, soprattutto, migliore educazione. Il mistero inquietante, l’allarmante contraddizione, se volete, è un’altra: se l’intelligenza individuale è aumentata, la coglioneria che c’è in giro, pure crescente, sarà frutto di un’inedita stupidità collettiva?

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