Questa storia è accaduta a Udine. Un uomo torna a casa la sera e invece di trovare la moglie con l’amante nell’armadio, secondo l’ormai antico schema delle vignette pubblicate dalla Settimana Enigmistica, scopre che ella, senza dirgli niente, si è iscritta a Facebook. Sospettando nella segretezza un movente clandestino, l’uomo la riempie di botte.
Ce ne sarebbe abbastanza per dilungarsi in considerazioni più o meno sussiegose sui tempi che, al solito, cambiano per rimanere uguali e sulla socialità virtuale, quella di Facebook, che risulta vulnerabile a fraintendimenti e forzature tanto quella tradizionale: di più, forse, perché l’interazione indiretta trasforma gli utenti in caricature di se stessi.
Ce ne sarebbe, dicevo, ma non è proprio il caso perché, ovviamente, il nocciolo nella notizia restano le botte inflitte da un uomo a una donna e il fatto che la “ragione” sia Facebook non sposta l’accaduto da un piano di squallore e vergogna, né tantomeno lo riscatta.
Semmai, si può dire che l’avanzamento tecnologico e le possibilità offerte dalla comunicazione online hanno accentuato lo spaventoso sbilanciamento tra uomini e donne in termini di stupidità. Forse è un’esagerazione - in realtà spero che lo sia - ma sembra che a una progressiva liberazione delle capacità intellettuali delle donne, e al loro aumentato margine di incidere nella società, non pochi uomini reagiscano rifugiandosi nel delirio, nel risentimento e nell’indulgenza verso istinti all’apparenza soltanto primitivi ma in realtà culturalmente diroccati e rispondano, infine, con l’unica cosa di cui si sentono sicuri: le mani.
Non ci può essere né comprensione né indulgenza in questa sconfitta evolutiva: l’unica “soddisfazione” rimasta agli uomini è che da qui all’infinito futuro nessuno mai li batterà sul campo della stupidità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA