La gente non ha simpatia per le statistiche e le ricerche sociali. Gli italiani, in particolare, diffidano: individualisti come sono, tendono a sottrarsi, a distanziarsi da rilevazioni che li vorrebbero invece intruppati in un comportamento piuttosto che in un altro. Ciascuno è disposto a riconoscere il valore di un sondaggio a patto che non lo riguardi. Eppure le ricerche sono uno strumento preziosissimo e, se eseguite a regola d'arte, restituiscono una fotografia del reale che l'istinto e l'esperienza individuale mai possono comporre in altrettanti particolari.
Ecco perché il Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, si trova in una posizione privilegiata. Con le forze e le competenze che ha a disposizione potrebbe concentrarsi su singoli aspetti della vita sociale del Paese e sviscerarli a fondo.
Un esempio a caso: il nepotismo. In quale misura incide nel mondo del lavoro? E' più diffuso nel pubblico o nel privato? Questioni alle quali il Censis potrebbe rispondere con grande precisione. Occorrerebbe solo che il presidente Giuseppe De Rita convocasse il segretario e direttore generale Giorgio De Rita per commissionargli uno studio specifico. Questi, con l'aiuto di un paio di validi funzionari – la ricercatrice-capo Gina De Rita e l'ispettore aggiunto Gigio De Rita –, potrebbe allestire un team apposito (composto da Gennaro, Gaetano, Geltrude, Giambattista, Giasone e Gerundio De Rita) e sguinzagliarlo in cerca di dati precisi sullo spregevole fenomeno. Sapremmo allora fino a che punto il nepotismo è infiltrato nelle più importanti organizzazioni private e pubbliche del Paese e in che misura esso va a detrimento del merito e del sacrificio.
Dati importanti, sui quali riflettere e prendere decisioni opportune per la collettività. Se poi - ma è improbabile - la ricerca dovesse portare a qualche scoperta imbarazzante per l'Istituto stesso, poco male. Gli studiosi non dovrebbero far altro che organizzare una comune pizzata nell'attesa che la bufera si plachi e l'oblio discenda su tutto. Funziona sempre. Statisticamente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA