Premesso che una volta non ho reagito quando è stata detta la parola “negro” in mia presenza e che in un'altra occasione ho sorriso (ma solo per malintesa cortesia) a una barzellettaccia sui gay e premesso infine che se c'è da dimettermi mi dimetto – chissenefrega, fa troppo caldo per discutere – mi sembra che tutta la faccenda del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che ascolta imperturbabile al telefono un orrendo commento sulla figlia di Paolo Borsellino sia un prodotto collaterale, anche se ben giustificato, della calura estiva.
Soprattutto, mi sembra che usarla per far fuori un politico sia un po' banale e, in definitiva sbagliato. Tanto, diciamolo chiaramente, nessuno crede alla buona fede e alla virtù di chi ha passato l'intercettazione alla stampa e alle ragioni di democratico servizio alla comunità addotte dalla stampa stessa nel pubblicarla. Semplicemente, in questo mondo quando qualcuno passa a qualcun altro una pistola carica, questi finisce quasi sempre per sparare.
Il che non vuol dire che la notizia non abbia un qualche interesse. Come sempre, le intercettazioni sono un mezzo subdolo e innocente insieme: subdolo nella pratica, affine a quella di origliare dietro una parete, innocente nel risultato di smascherare la realtà per ciò che è. Usare questa torbida innocenza per eliminare un politico accusandolo non già di malversazione ma di acquiescente tempra morale, mi sembra ingiusto. Piuttosto, gli si chieda di espiare. Vada in giro scuola per scuola in tutta la Sicilia a spiegare perché la battuta sulla signora Borsellino è disgustosa e perché lui ha sbagliato a non ribellarvisi. Vada a chiedere scusa pubblicamente alla signora e a tutte le vittime della mafia. Finanzi, un po' con la Regione e un po' tanto di tasca sua, una bella iniziativa di sensibilizzazione culturale sul tema. In questo modo avrà usato al servizio della collettività il suo maldestro comportamento. Con le dimissioni, mi sembra che il servizio venga reso soltanto a chi ha interesse a farlo fuori. Francamente, poca roba.
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