Dubito che sia ufficiale, ci vorranno altri riscontri e altri sondaggi, ma la sensazione è precisa: gli smartphone (“smart”, in inglese, sta per “intelligente”, “abile”) ci hanno superato. Ora sono più abili e intelligenti di noi. Più abili, mi sento di dire, lo sono di sicuro: quanti di noi hanno le previsioni del tempo incorporate? E la calcolatrice? E Candy Crush? Intelligenti è questione ancora da dibattere, ma certo gli indizi sono tutti a sfavore della razza umana.
Non vorrei che quanto segue suoni come una difesa di Apple. Primo perché ad Apple non serve la mia difesa e in secondo luogo perché mi viene da ridere. Però non si può non osservare come il lancio della nuova serie – la 6 – di iPhone sia stato accolto dal pubblico con un'impressionante valanga di stupidaggini. Prendiamo una recensione, pubblicata da una testata online americana, del nuovo smartphone Apple, quello in versione “gigante”. Dopo aver tanto rognato che l'iPhone era troppo piccolo e che lo schermo dei Galaxy sì che era una figata, ecco che, adesso, la lamentela si rovescia: si, vabbé, l'iPhone6 Plus è grande, ma “troppo” grande. Il recensore lamenta che non gli è più possibile digitare il codice di accesso con un rapido movimento del pollice che regge l'apparecchio, come accadeva con l'iPhone5s: il nuovo telefono richiede che lo si regga con due mani. Questo, capirete, è terribile: quale scomodità! Quale inconvenienza! Non solo: l'iPhone6 Plus non ci sta in tasca. O meglio, ci sta nelle tasche dei jeans che il recensore ammette di portare, ma non in quelle “di taglio sartoriale” dell'abito di “un amico”. Ma può Apple essere stata tanto stupida? Nessuno, a Cupertino, si è ricordato di fare una telefonata ai sarti per avvisarli di allargare le tasche?
Il recensore pensa che questi difetti potranno dissuadere molti utenti dall'acquistare un iPhone6 Plus. Io dico che, fossi un iPhone6 Plus, considererei una fortuna non essere acquistato da chi la mette giù tanto dura se si trova costretto, per pochi secondi, a usare entrambe le mani.
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