Sarebbe interessante - e forse anche divertente - registrare le reazioni di un ampio bacino di persone alla lettura della notizia che segue: «CORTONA (AREZZO) 18 AGO - Jovanotti trova il portafoglio smarrito da una signora e lo fa consegnare ai carabinieri di Cortona, la città dove vive. L’episodio, accaduto due giorni fa e riportato dal sito locale “Valdichiana oggi.it”, ha visto protagonista una signora straniera, che lavora in un relais del territorio cortonese».
In mancanza di seri riscontri, mi inserisco io avanzando alcune ipotesi. D’altra parte, è un po’ questo lo stile della rubrica e del suo autore: vagheggiare sui fatti senza badare a quella faccenda noiosa che si chiama realtà.
Ipotesi, dunque. Come ogni figura pubblica in Italia (ma non solo) Jovanotti divide il campo tra ammiratori e detrattori. Una terza posizione - quella dell’indifferenza - non è ammessa (si fa eccezione solo per persone over 95 che non distinguono Jovanotti dal caffè di cicoria). Per conseguenza, la reazione alla notizia non potrà che essere condizionata dall’antipatia o dalla simpatia che si prova per il personaggio.
I detrattori, dopo aver fatto osservare che la restituzione del portafoglio era il gesto minimo atteso dall’artista, lasceranno intendere come la notizia - ripresa dall’agenzia Ansa - sarà stata certamente diffusa dall’entourage di Jovanotti, se non da Jovanotti stesso, a fini biecamente pubblicitari.
Gli ammiratori replicheranno a queste accuse con aria sdegnata, limitandosi a leggere nell’onesto comportamento di Jovanotti la legittimazione della loro preferenza.
Su un diverbio del genere, si potrebbe costruire un’epopea tutta italiana: le nostre divisioni storiche, quelle profonde e perfino sanguinose non sono basate su presupposti di tanto più seri.
In tutto questo, qualcuno resta solo, staccato e in minoranza. Per esempio quelli che, come me, dopo aver letto la notizia hanno pensato: «Ma come? Sei Jovanotti, e dunque nella vita hai già avuto un discreto culo, e vai pure trovando portafogli per la strada?»
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