Tra noi e l’eliminazione al mondiali di calcio – Russia 2018 – c’è solo una partita: quella di stasera a San Siro contro la Svezia. Il c.t. Ventura ha detto di aver visto negli occhi dei giocatori una “feroce determinazione” e quindi dovremmo essere a posto ma nel caso (pausa per gli scongiuri) che le cose non vadano come gli azzurri sperano (pausa per una seconda razione di scongiuri) sarà meglio buttar giù una prima bozza della Supplica.
Quale Supplica, dite? Quella che, una volta accolta, ci consentirebbe di andare in Russia anche se eliminati. La Supplica, vi assicuro, ha fondamenta solide, ma prima di tutto bisognerebbe capire a chi rivolgerla. La Fifa? La Corte europea di giustizia? L’Onu? Dio? O forse addirittura l’autorità sovrana più sovrana di tutte: il Tar del Lazio?
Ma è dettaglio, questo: quel che conta è il contenuto. Ebbene, facile: noi dobbiamo andare ai mondiali per forza. Anche promettendo di farci sbattere fuori subito, perfino dopo una partita sola, grazie a una speciale deroga nel regolamento. Dobbiamo perché ne va dell’economia: senza mondiali non ci sono maxischermi, pizzate, pagine e pagine di interviste assurde, estenuanti maratone televisive, sondaggi sul nuovo c.t., note spesa degli inviati Rai e non solo Rai, annulli filatelici, panini creati per l’occasione, serate a tema in discoteca, bandiere in sconto, sciarpe personalizzate, Gialappe e consigli per chi non guarda il calcio. A occhio e croce, almeno due punti di Pil. Signori del Tar: non scherziamo. Fate qualcosa.
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