Pullman, treni, automobili...

Pullman, treni, automobili...

I due giorni appena trascorsi, giovedì e venerdì, sono stati giorni gloriosi per gli utenti del trasporto pubblico. E la ragione sta nello sciopero del medesimo, che ha privato del consueto trattamento da bestiame di scarso pregio i suddetti utenti. Vero, lo sciopero ha anche impedito ai passeggeri di treni, bus e affini di arrivare alle loro abituali destinazioni ma vorrei far notare che "arrivare a destinazione" non è mai stata una priorità per buona parte delle compagnie dedicate alla pubblica mobilità. Ritardi, scossoni, contegno del personale ai limiti della molestia, assideramenti, colpi di caldo e, soprattutto, aromatizzazioni al vago sentore di urina, questo sì: trasporto vero e proprio, un po’ meno. Esentati per due giorni dalla simpatica routine, gli utenti hanno dunque avuto modo di tirare il fiato.
I due giorni appena trascorsi, giovedì e venerdì, sono stati giorni pessimi per gli utenti del trasporti privato. L’aumento del traffico indotto dall’assenza dei mezzi pubblici li ha costretti a rallentamenti, ingorghi veri e propri, robusti ritardi. Forse meno avvezzi a tali inconvenienti, gli utenti del "privato" hanno sperimentato un surplus di stress dovuto a irritazione generale, senso di impotenza, indignazione, frustrazione, ira, risentimento e furore ribelle.
I due giorni appena trascorsi, giovedì e venerdì, hanno infine permesso di individuare i principali fautori di un efficiente e capillare trasporto pubblico: gli automobilisti.

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