Quante storie

Quante storie

Certa gente sembra piegata, sconfitta direi, dalla fatica di vivere. Si trascina, più che camminare; borbotta, invece di parlare. Non sarò io a negare che l’esistenza comporta alcuni inconvenienti, ma suvvia! Quante storie! Che cosa sono quelle facce?
Il segreto, secondo me, sta nel dividere il fardello in compartimenti. Anzi, nel lasciare a terra ogni peso in eccesso, semplicemente rifiutandosi di portarlo. Per far questo occorre ignorare a convenienza. Niente di troppo difficile. Direi che sarebbe sufficiente stornare lo sguardo da poche cosette come guerre, terremoti, maremoti, emergenze nucleari, ondate immigratorie, conflitti sociali, terrorismo, mutazioni virali, tumori, malattie cardiocircolatorie, sofisticazioni alimentari, truffe finanziarie, violenze sessuali, coercizioni psicologiche, criminalità organizzata, microcriminalità, inquinamento, impoverimento delle risorse naturali, crisi economica, fanatismo religioso, fanatismo anti-religioso, fanatismo liscio, valanghe, desertificazione, degenerazione delle cellule cerebrali, mortalità infantile nei paesi "in via di sviluppo", siccità, esaurimento delle risorse energetiche, razzismo, alluvioni, epidemie, debito pubblico, debito personale, inflazione, eruzioni vulcaniche, incuria del patrimonio artistico, disoccupazione, recessione ed herpes; ignorate queste poche cose, dicevo, nulla ci impedisce di cogliere i più bei fiori del giardino e di sorridere in eterno con il cuore traboccante di letizia. A patto che ci venga una paresi.

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