Quanti passi?

Quanti passi?

Dispiace incominciare con un pensiero negativo, ma tant'è: non ce la faremo mai. E con questo intendo noi, ovvero l'Italia, singolare Paese il cui capo è cinto da una corona di montagne e i cui piedi si allungano nel tepore del Mediterraneo.

Proprio di piedi vorrei parlare, dopo aver letto diversi articoli sul “numero di passi quotidiani” necessari al mantenimento di una salute di ferro. Prendendo spunto dalle osservazioni diffuse dall'Organizzazione mondiale della sanità, parecchi esperti sono intervenuti in questi giorni per magnificare le virtù di un esercizio semplice e naturale come il camminare.
Pensavate voi che il trascinavi in ciabatte dal televisore al frigo e dal frigo al televisore fosse una suprema, e anche un po' sciatta, esibizione di pigrizia: niente affatto, se dal televisore andate al frigo e da questo alla porta e dalla porta alla strada, siete praticamente già nel pieno della migliore attività fisica che possiate svolgere.

Leggiamo che cosa ha scritto il Corsera: «Camminare è un'attività motoria benefica per tutti, senza alcuna distinzione tra grassi e magri. È semplice, economica, non richiede un particolare impegno ma può prevenire e, in alcuni casi risolvere, problemi metabolici, cardiovascolari, posturali o pressori. Allontana il rischio di osteoporosi, di diabete, di ictus e di infarto».

Dov'è il problema, dunque, e perché mai non dovremmo farcela? Per un particolare, che mi ha colpito passando da una lettura all'altra e da un sito all'altro. Nel consigliare caldamente una bella camminata al giorno, gli esperti italiani insistono che il “numero di passi” da assicurarsi ogni giorno è cinquemila. Stessa notizia, stessi commenti, stessi consigli riportati da un sito cinese. Una sola differenza: per loro, il “numero di passi” ideale diventa diecimila.

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