E' facile immaginare che tutti i sostenitori di una causa (qualunque essa sia: il rimboschimento dell'Amazzonia, la salvaguardia dei paracarri, l'abolizione per statuto del centrocampo della Sampdoria e, soprattutto il quantomai urgente bando dell'avverbio “sinceramente”) si ritengano soddisfatti quando, grazie a una capillare opera di persuasione, riescono a reclutare un nuovo adepto. Già. Ma che cosa succede se questo adepto, di professione, è uno degli assassini più famosi del mondo?
In un'intervista che ha rotto vent'anni di silenzio in prigione, Charles Manson (assassino, temuto santone, farneticante vate) si è detto preoccupato per il “riscaldamento globale” che minaccia le sorti del nostro pianeta. All'allibito intervistatore ha ribadito con intensa convinzione: “I ghiacci vanno sciogliendosi perché noi facciamo brutte cose alla Terra”. Essendo un esperto di “brutte cose” andrebbe forse preso sul serio ma, in realtà, c'è da dubitare che gli ecologisti siano fieri di avere un tipo del genere al loro fianco.
In realtà, essendo Manson pazzo e megalomane, si è semplicemente stampato in testa uno slogan e lo ripete come fosse suo, senza dargli altro significato che quello di un generico vaticinio catastrofico, ovvero il tipo di messaggio a lui più congeniale. Questo dovrebbe forse suggerire agli ecologisti un cambio di strategia: meno slogan dogmatici che fanno presa nella testa dei pazzi e più ragionamenti flessibili che stimolano quella dei savi.
In un'intervista che ha rotto vent'anni di silenzio in prigione, Charles Manson (assassino, temuto santone, farneticante vate) si è detto preoccupato per il “riscaldamento globale” che minaccia le sorti del nostro pianeta. All'allibito intervistatore ha ribadito con intensa convinzione: “I ghiacci vanno sciogliendosi perché noi facciamo brutte cose alla Terra”. Essendo un esperto di “brutte cose” andrebbe forse preso sul serio ma, in realtà, c'è da dubitare che gli ecologisti siano fieri di avere un tipo del genere al loro fianco.
In realtà, essendo Manson pazzo e megalomane, si è semplicemente stampato in testa uno slogan e lo ripete come fosse suo, senza dargli altro significato che quello di un generico vaticinio catastrofico, ovvero il tipo di messaggio a lui più congeniale. Questo dovrebbe forse suggerire agli ecologisti un cambio di strategia: meno slogan dogmatici che fanno presa nella testa dei pazzi e più ragionamenti flessibili che stimolano quella dei savi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA