Un po' di nomi a caso ma non tanto: Matteo Renzi, Matteo Salvini, Andrea Camilleri, Michele Bordo, Renato Brunetta, Rosario Crocetta, Leoluca Orlando, Adriana Poli Bortone, Maurizio Gasparri, Pier Ferdinando Casini, Raffaele Fitto, Lorenzo Guerini. A tutti loro e quanti altri, di certo non pochi, che hanno sentito il bisogno di interrompere, ieri, le loro insulse domeniche per riferirci la loro interessatissima opinione sulla strage nel canale di Sicilia, un invito sommesso e personale: statevi zitti.
Nessuno di questi soggetti è in grado di immaginare cosa significhi partire su una carretta in precario galleggiamento tra centinaia di corpi compressi, e morire in mare per affogamento – l'acqua che penetra nei polmoni, la consapevolezza istantanea e micidiale che tutto è finito, la vana resistenza fino al laringospasmo, la perdita di conoscenza – e questo perché, loro, di aria negli alveoli ne hanno a strafottere. Spesso, anzi, la rubano alla collettività: aspirano l'ossigeno di primavera per restituirlo all'ecosistema sotto forma di opinioni putrescenti, fesserie anestetiche, propaganda ingannevole e, minore dei mali, care, vecchie olenti scoregge.
Colpa tua, no tua, e l'Europa che fa e il governo è timido e il governo è commosso e questo è il risultato del buonismo, no questa è la tragedia dell'odio. Intanto, letteralmente, l'umanità affoga. Buona, cattiva, disperata, crudele, calcolatrice, avida, speranzosa, affamata e sognante: tutta quanta affoga, e nell'aria, invece di un pianto, di un silenzio vergognoso e di parole concrete, semplici e utili come strumenti di lavoro, s'odono i ghirigori verbali di Renzi, gli spasmi alla taragna di Salvini, e finanche Casini, presidente della Commissione affari esteri del Senato (aiutame a dì stica...) torna dall'Ade per dirci che cosa dobbiamo fare. Ma non potevano almeno aspettare lunedì? Perfino Biscardi aveva la decenza di lasciar passare 24 ore prima di contestare il rigore, ingiuriare l'arbitro e invocare “la moviola in gambo”. Ma non stupisce: lui, del gioco, conosceva le regole. Questi no.
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