Certi deragliamenti linguistici avvengono senza che uno se ne accorga. Da qualche tempo, per esempio, è uso, in Rete, scrivere «quoto» intendendo dire «sottoscrivo». Mettiamo che un Utente A pubblichi il solito misurato commento («Gli ebrei e la Cia sono in combutta con le scie chimiche e le banche per avvelenare l’aranciata distribuita negli asili»): ecco che l’Utente B, volendosi dichiarare d’accordo con lui, aggiunge «Quoto A». Ma perché? Sbaglierò, ma nei vocabolari non c’è nulla che permetta di accostare il verbo «quotare» al significato di «sottoscrivo» o «condivido». E neanche di «citare» o «riportare». Tant’è: «quoto» è diffusissimo.
Forse la ragione sta nel fatto che, in inglese, il verbo «to quote» ha precisamente il significato che fa al nostro caso (o meglio, al caso dell’Utente B): ripetere o copiare le parole di una fonte (come un libro). Molto bene. Ma perché quest’invasione mascherata di «to quote» nella nostra lingua? Altre parole inglesi sono entrate nell’uso comune facendosi riconoscere come tali: parole straniere che, in mancanza di equivalenti italiane, oppure a causa del nostro snobismo o all’ inclinazione per il parlato gergale, si sono aggregate alla nostra lingua. Un po’ come “cliccare”, in fondo, anche se questo verbo denuncia senza vergogna la sua origine aliena mentre «quoto», temo, è frutto di un equivoco.
Perdonate questo sfogo da parte di chi, lo ammetto , non è certo immune da errori e strafalcioni. Purtroppo mi sembra che tutti stiamo facendo della lingua un uso spregiudicato e approssimativo. Cosa ancora peggiore, stiamo perdendo orecchio per ciò che, nel parlare e nello scrivere, è bello ed elegante, oppure sbagliato e stridente. Le frasi procedono su punteggiature imprevedibili, prive di logica e ritmo, i puntini di sospensione (sempre più di tre, se no non c’è gusto) si aprono come sabbie mobili e i punti esclamativi infittiscono laddove non c’è nessun bisogno. Forse è giusto così: l’obiettivo infatti non è farsi capire ma segnalarsi per vivi e, ovviamente, partecipi alla gazzarra.
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