La corte della cascina era il punto più caldo del paese e il muro accanto alle nuove case dei salariati era il punto più caldo della corte. Proprio lì andava a sistemarsi, su una panca grezza, il nonno Salice, che era vecchio quanto due guerre e, a giudicare dalle rughe e dal catarro, forse anche di più.
Nonno Salice era un vecchio rabbioso, sempre pronto a mandarti al diavolo, ma bastava lasciarlo stare che non succedeva niente.
Noi ragazzi andavamo a rompergli l’anima quasi tutti i giorni, giocando a pallone proprio davanti a lui, svegliandolo mentre cercava di assopirsi.
«Nonno Salice, non hai caldo?»
A occhi chiusi, la testa contro il muro, nonno Salice non rispondeva.
«Nonno Salice, non hai paura che ti bolle la testa?»
Incominciava a dar segni di impazienza: il sole a picco non lo disturbava, noialtri sì. Eppure doveva ben capire quanto fosse stupefacente, per noi, la sua resistenza: durava al sole, immobile, per ore e ore, con la camicia azzurra chiusa dal primo bottone del colletto giù giù fino ai polsini. Come se non bastasse, indossava un gilet di lana spessa, pure quello tutto abbottonato.
«Nonno Salice, come fai a star lì? Ma non senti che caldo? Non senti che si muore? Perché non te ne vai via?»
«Perché non voglio farmi rubare il posto da voialtri balòss».
Nonno Salice era un vecchio rabbioso, sempre pronto a mandarti al diavolo, ma bastava lasciarlo stare che non succedeva niente.
Noi ragazzi andavamo a rompergli l’anima quasi tutti i giorni, giocando a pallone proprio davanti a lui, svegliandolo mentre cercava di assopirsi.
«Nonno Salice, non hai caldo?»
A occhi chiusi, la testa contro il muro, nonno Salice non rispondeva.
«Nonno Salice, non hai paura che ti bolle la testa?»
Incominciava a dar segni di impazienza: il sole a picco non lo disturbava, noialtri sì. Eppure doveva ben capire quanto fosse stupefacente, per noi, la sua resistenza: durava al sole, immobile, per ore e ore, con la camicia azzurra chiusa dal primo bottone del colletto giù giù fino ai polsini. Come se non bastasse, indossava un gilet di lana spessa, pure quello tutto abbottonato.
«Nonno Salice, come fai a star lì? Ma non senti che caldo? Non senti che si muore? Perché non te ne vai via?»
«Perché non voglio farmi rubare il posto da voialtri balòss».
© RIPRODUZIONE RISERVATA