Regola prima

Consapevole di essere più solo di Mario Adinolfi in una sauna, vorrei oggi continuare la mia accademica lamentazione sul linguaggio adoperato nei commenti dai frequentatori del web. Sottolineavo, ieri, l'uso errato del verbo “quotare” quale sinonimo di “condividere” o “sottoscrivere”. Oggi, l'intenzione è di allargare il discorso e renderlo pertanto, se possibile, più noioso e personale.

Ora che anche il custode della sauna se ne è andato, dirò a me stesso che facendo scorrere con pazienza decine e forse centinaia di commenti lasciati in Rete, sono giunto alla conclusione, per metà positiva e per metà no, che a disturbarmi non è il contenuto ma la forma. Notizia per metà positiva, dicevo, perché per fortuna non sono infastidito dalle opinioni altrui, anzi tendo sinceramente a rispettarle. La metà negativa è che non sono del tutto immune dall'intolleranza: questa si manifesta, come accennavo, non per cosa dicono i commenti ma per come lo dicono.

Qui, bisogna distinguere tra il commentatore occasionale e quello abituale. Il primo si accosta alla casella dei commenti in punta di piedi: vuol dire qualcosa perché, sull'argomento specifico, ha qualcosa da dire. Da come il messaggio è composto, si capisce che prima di pubblicarlo lo ha letto e riletto. Magari non sarà un capolavoro, ma ha fatto del suo meglio.

Il commentatore abituale non ha di questi scrupoli: salta da una pagina all'altra, da una notizia all'altra, e ovunque lascia il suo segno, come un gatto in giardino fa con la pipì. Cerca di forzare la discussione sull'argomento che lo ossessiona (immigrati, tasse, Europa, Juventus, anti-Juventus) e di esercitare quella che crede un'arma potentissima: l'ironia. Purtroppo, nel 99,9 per cento dei casi egli non sa neppure dove l'ironia stia di casa. Crede che abbia il suono di una risata grassa quando invece assomiglia più al mormorio di un ruscello. Soprattutto, vìola la legge fondamentale dell'ironia: chi ne fa uso deve prima provarla su se stesso. E accettare il fatto che se tutto è ridicolo, lui lo è per primo.

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