Regole di sveglia

Lo so, non è un fatto di importanza storica, ma vorrei condividerlo lo stesso: non sono un tipo mattiniero. Mai stato. Con il tempo ho imparato a guadagnare qualche ora al risveglio, ma da giovane mi sono perso senza dubbio delle gloriose mattinate. C’è qualcosa nella mia natura – nella psiche, nei geni o forse perfino più a fondo – che mi spinge a prolungare le giornate la sera e non ad anticiparle al mattino. Sono dunque un tiratardi, del tipo peggiore: quello con sensi di colpa.

Ho infatti la consapevolezza che alzarsi presto al mattino – nel mio caso varrebbe anche l’obiettivo minimo di alzarsi “prima” e non “presto” - comporterebbe un guadagno di tempo, salute e produttività. Me ne rendo conto ogni volta che qualcosa, puntandomi alla tempia la pistola di un irrinunciabile impegno, mi costringe ad scendere dal letto in un orario che un tempo si sarebbe detto “decente”. Rimane in me, dunque, il desiderio di imparare ad alzarmi presto, ammesso che imparare una cosa del genere sia possibile.

Secondo un’autorevole rivista online – Time –possibile lo è. Basta seguire alcuni semplici accorgimenti: 1) programmare la sera per la mattina attività che ci facciano alzare con entusiasmo, 2) sistemare la sveglia lontano dal letto in modo da essere costretti ad alzarsi per spegnerla, 3) lavarsi i denti subito dopo essersi alzati, 4) bere un bicchierone d’acqua, 5) infilarsi la tuta e fare esercizio.

Per quanto banali, semplificati e aperti a infinite obiezioni, i cinque consigli mi sembrano a modo loro ragionevoli. L’idea sarebbe quella di mettersi in movimento il prima possibile con un programma stimolante di cose da fare. Purtroppo è uno stato, questo, che io mi sento di raggiungere solo quando è ora di andare a letto, e dunque non voglio mollare il libro che sto leggendo o la pagina che sto scrivendo. Penso insomma che per fare di me una persona mattiniera prima di insegnarmi a riempire di speranze il giorno che nasce, bisogna spiegarmi come lasciar andare senza rimpianti quello che muore.

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