Ricaccia alla volpe

La vittoria del Right Honourable David Cameron, conservatore, alle elezioni in Inghilterra è una buona notizia per molti: per i “Tory” inglesi, come è ovvio, e anche per la destra europea moderata (non quella italiana, che dei conservatori d’oltremanica non è parente neppure alla lontana), nonché per chi predilige l’impresa individuale alle politiche sociali e per chi, generalmente, ha simpatia per Cameron stesso.

Qualcuno però avrà preso male il successo dei Conservatori, soffrendone perfino più dei pur massacrati Laburisti. Si tratta delle volpi, categoria animale che in Inghilterra ha una sua importanza. Impossibile contare quanti pub siano dedicati alla volpe e negli anni senza l’apparizione improvvisa nel l’erba del musetto di questi simpatici animali molti poeti sarebbero rimasti privi di ispirazione. Purtroppo però alla volpe è associata in Inghilterra anche la pratica della caccia alla medesima. L’affare in questione prevede il raduno di un gruppo di cosiddetti gentiluomini a cavallo, tradizionalmente in giacca rossa (i gentiluomini, non i cavalli), circondati da una torma di segugi, i quali, al suono stridente di un corno, si gettano all’inseguimento della povera volpe terrorizzata.

Tutto ciò è ovviamente insensato e, nel 2015, anche triste. Appartiene però alla tradizione e in Inghilterra ci si pensa due volte prima di scartare una tradizione. C’era riuscito il governo del laburista Brown, che aveva fatto approvare l’ “Hunting Act”, un corpo di leggi che includeva il bando per l’inseguimento in maschera alla volpe.

In conseguenza della vittoria, Cameron ha già annunciato l’intenzione di ricorrere al voto parlamentare per rimuovere l’ “Hunting Act” e ripristinare l’allegra pratica. «Credo nel diritto di caccia» ha spiegato, ma forse tutto ciò ha più a che vedere con il desiderio di affermare l’inglesità in frangenti politici in cui queste forme di nazionalismo folkloristico pagano. È sempre stato questo, d’altra parte, il problema dei conservatori: non sapere sempre che cosa conservare e cosa abbandonare, per il meglio, all’inevitabile scorrere del tempo.

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