Terrore e ridicolo, sapete, non sono in contraddizione. Possono invece allearsi e agire nella medesima circostanza. Qualcosa di brutto, di spaventevole, può nel contempo essere buffo, e viceversa.

Prendete il video che da ieri circola in Rete e che mostra l’incidente accaduto sul palcoscenico a un illusionista americano, Spencer Horsman. Si tratta di pochi secondi. Horsman, seminudo, è immerso nell’acqua contenuta in un cubo di vetro sospeso. Il “numero”, si immagina, è una riproposizione dei vecchi trucchi di Houdini: sott’acqua, senza poter respirare, incatenato, l’illusionista deve liberarsi in pochi secondi in cui la suspence, per il pubblico, è quasi intollerabile. Horsman non ce la fa: il video mostra l’istante in cui i suoi collaboratori si accorgono che, lungi da liberarsi, egli è svenuto. Grida, panico, ma la didascalia avverte che tutto finirà bene. Il vetro sarà rotto e Horsman riprenderà a respirare.

Nel frattempo, però, veniamo lasciati di fronte a un frammento tremendamente drammatico e profondamente ridicolo. Drammatico perché si teme per la vita di un uomo – anzi: per la “morte in diretta”, tabù spaventevole eppure irresistibile -; ridicolo perché nulla è più buffo dell’uomo che si crede in controllo e invece perde la bussola. Il mago a cui il trucco non riesce può anche muovere a pietà, ma prima di tutto fa ridere. Il suo numero si basa sul controllo assoluto della situazione: egli decide ciò che vediamo, ciò che non vediamo, ciò che crediamo, ciò che non crediamo. Una volta perduto questo equilibrio da dominatore, tra l’illusionista e il pagliaccio non c’è più alcuna differenza.

Non sarà ingiusto dire, allora, che quanto accade oggi in Europa altro non è che uno spettacolo di illusionisti che hanno perduto il controllo. Maghi dell’euro toccasana, guru dell’alternativa popolare, banchieri “infallibili”, politici ribelli: nient’altro che un pessimo cast senza più capacità ipnotiche, mosse sfuggenti, carisma scintillante. Il risultato non può che essere ridicolo e, insieme, spaventoso.

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