Sala trucco

Sala trucco

Ricordiamo tutti la recente strage di Newton, Connecticut, Stati Uniti: una vicenda ancora incisa nelle nostre menti in tutto il suo orrore. E mentre negli Usa si discute se la morte di 27 esseri umani, tra cui 20 bambini, debba convincere le autorità a introdurre qualche forma di controllo sulle armi da fuoco (dibattito che sarebbe chiuso in cinque minuti se non ci fossero in ballo miliardi di dollari e un emendamento costituzionale datato 1791), la tragedia con il passare dei giorni rivela, come spesso accade, un aspetto grottesco.

A quanto riferiscono i media americani, la polizia ha arrestato tale Jonathan Lee Riches, 35 anni, colpevole di aver impersonato un non meglio identificato "zio" dell'autore della strage, il folle Adam Lanza. Riches, in altre parole, avuta notizia dell'eccidio si sarebbe precipitato a Newton e, qualificandosi come zio dell'assassino, avrebbe rilasciato decine di interviste a giornali e televisioni. Questo, purtroppo, sottolinea quanto siano accurate le verifiche cui i media sottopongono le informazioni che trasmettono al pubblico. A voler cercare nella faccenda un aspetto positivo, si può tuttavia salutare l'arresto effettuato dalla polizia americana come un intervento che, fortunatamente, stroncherà sul nascere un pericoloso contagio.

Provate infatti a immaginare cosa potrebbe succedere da noi se qualcuno, caso finora inedito, provasse a farsi passare per qualcuno o qualcosa che non è. Spunterebbero a ogni angolo personaggi strani o ambigui, la cui identità suonerebbe falsa o sospetta, come nipoti di Mubarak, statisti imbellettati, giudici con la sindrome di Savonarola, venditori di pomate miracolose, comici posseduti da paranoia isterica, intellettuali a gettone, demagoghi sgrammaticati, ministri con il portafoglio di qualcun altro. Tutta roba che qui non si è mai vista, ci mancherebbe. E mai si vedrà, perché noi siamo tutta gente con una faccia sola. Quella che mostriamo dopo essere usciti dalla sala trucco.

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