Salute

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Sfogliare i giornali, da qualche mese a qualche parte, è come andare sulle montagne russe. A proposito di Russia: l’ultimo allarme viene da lassù. Dopo averci mandato il freddo, adesso chiudono il gas. E nei giornali già si parla di razionamenti, riserve e, naturalmente, "emergenza".

Prima dell’emergenza gas, c’era l’emergenza neve (che ora, apprendiamo, potrebbe tornare) e prima ancora il gasolio della Costa Concordia. Tra l’una e l’altro si erano infilate un paio di scosse di terremoto e l’annuncio che, in un momento imprecisato tra adesso e subito, potrebbe scoppiare la Terza guerra mondiale, in seguito all’attacco, da parte di Israele, delle postazioni nucleari dell’Iran.

Sfogliando a ritroso, ritroviamo i tempi dello spread. Ve lo ricordate lo spread? Era quella cosa che saliva, saliva, saliva. E più saliva, più le facce dei nostri alleati europei, s’incupivano. Anche perché non c’era solo lo spread: c’era pure il "default". E la bancarotta, e il debito greco, e il baratro portoghese e l’Irlanda alla deriva e i clandestini a Lampedusa e la credibilità internazionale e il Rubygate e il debito pubblico e l’aumento della disoccupazione e il ricorso alla cassa integrazione e il calo dei turisti e il caldo torrido e la siccità e l’Afghanistan e l’Iraq e il Kuwait, in un vortice di emergenze su emergenze, di pagine su pagine fino a quella - la pagina, intendo - che ineffabile, sotto la testata "Salute", avvertiva: «Per vivere più a lungo, tenetevi alla larga dallo stress».

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